Un video caricato su YouTube il 15 ottobre 2008. Protagonisti lo scrittore parmigiano Paolo Nori e, incidentalmente, un gatto. Quella che doveva essere una clip girata con strumentazione forse amatoriale, caricata in rete per gioco o per promuovere un testo (“La vergogna delle scarpe nuove”, Bompiani, 2007) si trasforma inaspettatamente in una sorta di clip LOLcat, per quanto sui generis, quindi in un manufatto apparentabile al più grande fenomeno del folklore digitale: i gattini sulla rete.
Con la differenza che, in questo caso, il video non fa ridere, non è buffo, non intenerisce, non commuove, non desta in noi nessun ingenuo stupore (nessun: “oooohh!!”) non innesca la gamma di reazioni e sentimenti amorosi e paragenitoriali che di solito proviamo di fronte ad un meme LOLcat, ma racconta qualcosa di più profondo, come in una scena di Michelangelo Antonioni, con Nori nei panni di Marcello Mastroianni e il gatto (o una gatta?) nel ruolo di Monica Vitti: l’incomunicabilità amara, la difficoltà universale di rapporto, nella fattispecie tra un gatto ed essere umano.